30 ottobre – Seconda Domenica dopo la Dedicazione

Ogni domenica è la festa della nostra comunità! Prepariamoci a viverla bene…

LA PARTECIPAZIONE DELLE GENTI ALLA SALVEZZA

Forse, questa domenica, occorre iniziare dal vangelo e dalle parole usate da Gesù per parlarci con semplicità di quel ‘regno di Dio’ verso il quale ci incamminiamo.

Una immagine gioiosa: una grande festa organizzata da un ‘Re’ per delle nozze del figlio. Ovviamente ci sono molti invitati: che però, tutti presi dalle proprie faccende, si negano. È facile capire che si tratta dei credenti di allora -il popolo ebraico-, e di Gesù stesso, che lo rifiutarono. La reazione di questo ‘Re’, che poi è Dio stesso? Rivolgersi altrove, invitando tutti, “buoni e cattivi”.

Il che accadrà già con san Paolo che, uscendo dalle sinagoghe, si rivolgerà ai pagani, dando così inizio alla nuova Chiesa cristiana. Ma le parole severe di questo racconto valgono per noi oggi. Esser battezzati non è sufficiente per noi, come la sola circoncisione per gli ebrei non lo era allora.  Ben altri potrebbero entrare al nostro posto. Ogni creatura umana è stata infatti creata “a immagine e somiglianza di Dio”, come sottolinea Genesi. E quello che è richiesto è l’abbandono fiducioso a Dio: Icona è quella di Abramo che credette “contro ogni speranza”, indipendentemente dalla sua origine, lingua, cultura, sensibilità religiosa, diventando così “padre di tutti i popoli” nella fede. 

Certo, poi, Israele si diede una esigente organizzazione ecclesiale, e una cultura fortemente identitaria. Eppure, già allora, le visioni profetiche -in questo caso Isaia- seppero indicare, come in questo bellissimo brano, un orizzonte diverso: riconciliazione, festa, abbondanza, gioia non superficiale, pace, quando sarà “strappato” per sempre quel velo, quella coltre pesante della ingiustizia e della violenza che tanto ci opprime anche oggi, e tanto dolore e lacrime sta causando


Lettura del profeta Isaia (25, 6-10a)
Isaia disse: «Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno: “Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse. Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza, poiché la mano del Signore si poserà su questo monte”».

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (4, 18-25)
Fratelli, Abramo credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne «padre di molti popoli», come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Egli non vacillò nella fede, pur vedendo già come morto il proprio corpo – aveva circa cento anni – e morto il seno di Sara. Di fronte alla promessa di Dio non esitò per incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perché gli fu accreditato come giustizia. E non soltanto per lui è stato scritto che «gli fu accreditato», ma anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, il quale è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.

Lettura del Vangelo secondo Matteo (22, 1-14)
Il Signore Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “…tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe… diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì... Il re entrò…e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Dite agli invitati: “Ecco ho preparato il mio pranzo… venite alle nozze!
Signore, hai chiamato tutti per partecipare alla tua gloria, senza badare a meriti o appartenenze formali. Semplicemente ci vuoi con te. Aiuta la Chiesa ad essere veramente ‘dalle genti’, Chiesa di tutti, Chiesa di peccatori perdonati, perché hanno accolto con amore il dono della tua misericordia. Per questo ti preghiamo… Padre buono, ascoltaci!

È un te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce.
Signore, col Battesimo chiami i piccoli Alessandro, Carlo, Enea, Giulio, Giulio Cosimo, Ludovica, Mario, Teo e Viola a far parte della tua Chiesa. Perché, con l’aiuto di genitori, padrini, madrine, e della comunità possano scoprire il senso della vita imparando a leggere tutto ciò che succede intorno a loro alla luce della tua Parola ti preghiamo… Padre buono, ascoltaci!

Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?
Alla chiamata di Gesù siamo tentati di rispondere in modo superficiale. “L’abito” nuziale implica una relazione seria e personale con Gesù ed il suo Spirito, senza la quali interpretare le complessità, le dinamiche ed anche le contraddizioni della realtà diventa molto difficile. Perché sappiamo rispondere seriamente all’invito di Gesù, noi ti preghiamo…  Padre buono, ascoltaci!

Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
Noi confidiamo, Signore, che strapperai dalla terra il velo dell’ingiustizia, e che la tua Croce vincerà sulla morte. Eppure, in questo tempo sentiamo compassione, e vergogna, per i drammi che troppi devono sopportare. Dacci il coraggio di reagire tutti insieme alle ingiustizie e alle false promesse che intralciano e rallentano il cammino verso il bene. Con tutto il cuore ti preghiamo… Padre buono, ascoltaci!