28 gennaio – Festa della santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

Festa della famiglia (dettagli qui).

Una domenica molto particolare, questa, che suggerisce riflessioni differenti, come è comprensibile trattandosi di una famiglia molto particolare. Stiamo infatti parlando di una famiglia umana e insieme di Dio.

Un Dio “veramente nascosto” come dice Isaia? E come può allora diventare “salvatore”? La risposta viene dal vangelo, da questo Gesù diventato adolescente, che comincia a capire qualcosa di più della sua ‘missione’: “occuparsi delle cose” di suo Padre.

E san Paolo va ovviamente oltre, dicendo che Gesù si era incarnato proprio per “prendersi cura della stirpe di Abramo”, divenendo nostro “fratello”. Ecco allora quali erano le “cose “del Padre suo: la salvezza di tutti in Abramo, capostipite di tutte le religioni monoteiste.

In questa domenica poi, tradizionalmente, le nostre comunità celebrano ‘la famiglia’. E, da questo punto di vista, oltre che naturalmente ringraziare il Signore per il dono di un amore fedele e aperto alla vita, il vangelo ci fa anche riflettere sul fatto che i nostri figli e figlie non ci appartengono in modo esclusivo, e che solo aiutandoli, e insieme rispettandoli, potranno crescere anche loro “in sapienza, età e grazia” trovando, con l’aiuto del Signore, la propria personale strada!


Lettura del profeta Isaia (45, 14-17)
Così dice il Signore: «Le ricchezze d’Egitto e le merci dell’Etiopia e i Sebei dall’alta statura passeranno a te, saranno tuoi; ti seguiranno in catene, si prostreranno davanti a te, ti diranno supplicanti: “Solo in te è Dio; non ce n’è altri, non esistono altri dèi”». Veramente tu sei un Dio nascosto, Dio d’Israele, salvatore. Saranno confusi e svergognati quanti s’infuriano contro di lui; se ne andranno con vergogna quelli che fabbricano idoli. Israele sarà salvato dal Signore con salvezza eterna. Non sarete confusi né svergognati nei secoli, per sempre.

Lettera agli Ebrei (2, 11-17)
Fratelli, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: «Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo all’assemblea canterò le tue lodi»; e ancora: «Io metterò la mia fiducia in lui»; e inoltre: «Eccomi, io e i figli che Dio mi ha dato». Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.

Lettura del Vangelo secondo Luca (2, 41-52)
I genitori del Signore Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Signore, ti preghiamo per la Chiesa, perché sappia leggere i segni dei tempi e aiuti, come guida autentica, il cammino di tutte le famiglie… Benedici, Signore le nostre famiglie!

Signore, ti preghiamo per le nostre famiglie e per tutte quelle che abitano in questo territorio. Aiutale a essere un luogo di dialogo, amore e rispetto, in cui genitori e figli possano camminare insieme. Sostienile nei momenti di difficoltà e rendile sempre aperte al perdono… Benedici, Signore le nostre famiglie!

Signore, ti preghiamo per gli educatori dell’oratorio, perché attraverso l’accoglienza, l’ascolto e il dialogo siano capaci di stare vicino ai bambini e ai ragazzi loro affidati… Benedici, Signore le nostre famiglie!

Signore, ti preghiamo per la pace, In questi tempi sentiamo tanti “rumori di guerra” e ci sentiamo smarriti e incapaci di fronte a queste tragedie. Aiutaci a compiere scelte di pace nei luoghi in cui viviamo e aiuta chi ha responsabilità politiche a cercare la via del dialogo e del perdono… Benedici, Signore le nostre famiglie!

Infine, Signore, ti preghiamo per le nostre ragazze e ragazzi, accendi in loro la passione per la verità, la giustizia e la carità. Aiutali a scoprire il loro scopo nella vita e a mettere i loro talenti al servizio degli altri, per essere testimoni viventi del tuo amore e portatori di speranza per il mondo… Benedici, Signore le nostre famiglie!