19 marzo – Quarta Domenica di Quaresima, del cieco

Questa domenica, al centro delle letture sta la vista, il ‘vedere’,  fisico ma anche spirituale. Perché è vero che il notissimo racconto di Giovanni parla di un avvenimento “di cui non si era mai sentito dire: che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato”, tuttavia anche in questo caso, il miracolo si chiude con l’incontro del cieco con Gesù. E alla domanda cruciale – “Chi è il Figlio dell’uomo?”- la risposta è: “lo hai visto: è colui che ti parla”.

Infatti, nelle due altre letture il racconto si svolge fra il desiderio dell’uomo di “vedere” il volto di Dio per credere, e, dall’altra parte, la difficoltà di poterlo fare. Palese nel racconto di Esodo, in cui solo Mosè – in qualche modo precursore di Gesù stesso – può “conversare” con Dio. Ma per tornare alla realtà, c’è voluto un “velo” per riparare agli occhi umani dallo splendore abbagliante di Dio.

San Paolo però, ancora una volta, vuole segnare la differenza esistente fra una Legge scritta “su pietre”, e la libertà data al cristiano da Gesù e dal suo Spirito: “Il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà”. Quella che, nel cammino di fede alla sequela di Gesù ci consente di avvicinarci alla “gloria del Signore” a “viso scoperto”.

Chiediamo al Signore di sostenerci in un cammino che ci consenta di togliere il velo pesante che rende spesso così ciechi i nostri occhi: nella fede e dunque anche nella vita.


Lettura del libro dell’Esodo (34, 27 – 35, 1)
Il Signore disse a Mosè: «Scrivi queste parole, perché sulla base di queste parole io ho stabilito un’alleanza con te e con Israele». Mosè rimase con il Signore quaranta giorni e quaranta notti, senza mangiar pane e senza bere acqua. Egli scrisse sulle tavole le parole dell’alleanza, le dieci parole. Quando Mosè scese dal monte Sinai… non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con lui. Ma Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a lui. Mosè allora li chiamò… e parlò a loro… Quando Mosè ebbe finito di parlare a loro, si pose un velo sul viso. Quando entrava davanti al Signore per parlare con lui, Mosè si toglieva il velo, fin quando non fosse uscito. Una volta uscito, riferiva agli Israeliti ciò che gli era stato ordinato. Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante. Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin quando non fosse di nuovo entrato a parlare con il Signore. Mosè radunò tutta la comunità degli Israeliti e disse loro: «Queste sono le cose che il Signore ha comandato di fare».

Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (3, 7-18)
Fratelli, se il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu avvolto di gloria al punto che i figli d’Israele non potevano fissare il volto di Mosè a causa dello splendore effimero del suo volto, quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito… che porta alla giustizia?… Se dunque ciò che era effimero fu glorioso, molto più lo sarà ciò che è duraturo. Forti di tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza e non facciamo come Mosè che poneva un velo sul suo volto, perché i figli d’Israele non vedessero la fine di ciò che era solo effimero. Ma le loro menti furono indurite; infatti fino ad oggi quel medesimo velo rimane, non rimosso, quando si legge l’Antico Testamento, perché è in Cristo che esso viene eliminato… Il Signore è lo Spirito e, dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (9, 1-38b)
Passando, il Signore Gesù vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato… perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori…». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista»… Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?»…Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei…chiamarono i genitori… e li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei… Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «… Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «… Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu!». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla»…e lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno.
Grazie, Signore, per Papa Francesco che da 10 anni guida la tua Chiesa indicando a tutti, pur in un mondo in cui violenza, rivalità e menzogna sembrano avere il sopravvento, che le opere compiute con giustizia e verità, sono il vero segno della tua presenza nel mondo. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà.
Signore, illuminata dalla luce dello Spirito, la nostra Comunità sappia cercare responsabilmente la verità, che ci rende capaci di vedere tutte le occasioni che ci offri per imparare ad amare e di operare con libertà per il bene. Per questo ti preghiamo…Ascoltaci, Signore!

Ed egli disse: Credo, Signore!
I nostri occhi, Signore, rimangono come offuscati, se non siamo aperti ad ascoltare quello che ci chiedi. Dacci il coraggio e la pazienza di aprirci sempre più alla tua Parola: per cambiare noi stessi e poter anche noi dire: “Credo, Signore”. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Un velo è steso sul loro cuore!
Questa antica immagine si adatta bene a tempi in cui, quotidianamente, siamo raggiunti da tragedie alle quali non riusciamo a rispondere. Aiutaci, Signore, ma in particolare aiuta ha chi ha responsabilità di farlo a nome di tutti, a non passare oltre: girando la pagina, o cambiando canale… Te lo chiediamo con tutto il cuore, e ti preghiamo…. Ascoltaci, Signore!