Con l’8 settembre, la nostra Diocesi inizia l’anno pastorale e le letture di questa domenica parlano infatti di quella ‘vigna’ del Signore che poi, come dice Isaia, altro non è che il suo ‘popolo’: cioè noi.
E racconta la storia di sempre che lega Dio all’umanità: un amore speciale e insieme una trepidante attesa. Che troppo spesso viene delusa. Un “cantico d’amore” che raccoglie “acini acerbi”… Ma Dio non cambia: anzi, si incarna in Gesù e – al costo che ben conosciamo – ci salva.
Dunque, ancora una volta, siamo invitati a “lavorare nella vigna”, in altre parole a testimoniare questa speranza e questa salvezza. E noi? Quale figlio saremo?
Perché, Gesù lo dice chiaramente: il giudizio di Dio non baderà a etichette o ad appartenenze formali, ma esclusivamente alla concretezza della nostra vera vita quotidiana.
Lettura del profeta Isaia (5, 1-7)
Così dice il Signore Dio: «Voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d’amore per la sua vigna…Egli l’aveva dissodata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato viti pregiate; in mezzo vi aveva costruito una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva; essa produsse, invece, acini acerbi. E ora, abitanti di Gerusalemme…che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha prodotto acini acerbi? Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia. Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa d’Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi».
Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (2, 15-20)
Fratelli, noi, che per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori, sapendo tuttavia che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno. Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, Cristo è forse ministro del peccato? Impossibile!… Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.
Lettura del Vangelo secondo Matteo (21, 28-32)
Il Signore Gesù disse: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni, infatti, venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
La vigna del Signore è il suo popolo.
Signore, come è tradizione, l’8 settembre, giorno dedicato a Maria nascente, il nostro Vescovo Mario darà inizio in Duomo al nuovo anno pastorale. E noi, che siamo suo popolo, vogliamo accompagnarlo con la preghiera perché, anche in questi tempi difficili, la nostra ‘vigna’ possa, con l’aiuto del tuo Spirito, produrre molti buoni frutti. E per questo ti preghiamo, Ascoltaci, Signore!
Fratelli… abbiamo creduto in Gesù Cristo per essere giustificati per la fede.
Dio ci ha donato la fede, e Gesù Cristo la salvezza. Invochiamo lo Spirito Santo perché, la preghiera, la partecipazione eucaristica, le opere e una davvero fraterna condivisione, aiutino la nostra Comunità a restituire con generosità i doni ricevuti. E per questo con forza ti preghiamo, Ascoltaci, Signore!
Ed egli rispose: “Si, Signore”.
Signore, ieri fratel Vincenzo è stato ordinato sacerdote. Sostienilo nelle sfide che incontrerà lungo il cammino. Dagli coraggio nelle difficoltà e pazienza davanti alle critiche. E proteggilo dalle tentazioni e dalle insidie del mondo, perché possa rimanere fedele al suo impegno di servire te e la tua Chiesa. Per questo con tutto il nostro affetto ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Egli si aspettava giustizia, ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi.
Signore, quante volte ti chiediamo: “perché violenza e ingiustizia?”. Ma sei tu che attendi da noi una risposta d’amore a questa domanda, una risposta di fede alla libertà che ci hai donato. Perché i cristiani tutti sappiano impegnarsi nel tuo nome a ricercare e promuovere pace e condivisione, con speranza ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

