7 maggio – Quinta Domenica di Pasqua

In quale modo il Signore è presente oggi fra noi, come Chiesa ma anche come singolo credente: grazie allo Spirito che Gesù ci ha lasciato come suo ‘dono’ dopo la risurrezione. Questa prospettiva viene qui spiegata con tre passaggi differenti.

San Paolo spiega infatti che è solo Dio che può davvero sostenerci nel “volere e operare” in modo consono all’insegnamento di Gesù. È lo Spirito che ci rende capaci di andare avanti in un cammino che sempre -e da sempre- presenta difficoltà, intralci, preoccupazioni…

E, in effetti, nel brano di Giovanni Gesù indica proprio questo: ci vuole la sua Parola -cioè il suo insegnamento- ma insieme il suo esempio, in cui questa Parola riesca a diventare vita. Interessante e sempre molto attuale la domanda dei discepoli, che si può riassumere così: ma questa ‘fede’, e questa ‘sequela’, perché non si diffonde di più? Perché, Signore, sembri parlare solo a noi? E gli ‘altri’? Perché questo “mondo” di fuori non “conoscelo Spirito? La risposta: perché è incapace di guardare oltre la superficie delle cose. Ci vuole, infatti, uno sguardo più attento, indagatore sulla realtà, per accorgersi della presenza di Dio accanto a noi.

Che, invece, è capace di fare meraviglie, come il bellissimo brano di Atti (qui tagliato) racconta. C’è una apparente casualità che guida tutto l’episodio su Pietro e questa persona in ricerca: centurione, pagano, però capace di farsi domande. Non si conoscono, sono diversi in tutto: ma lo Spirito guida il loro incontro andando ben oltre le regole, come appare meglio nella parte qui tagliata, che parla delle ferree leggi ebraiche sul cibo. Ecco come è possibile, con l’aiuto dello Spirito, andare oltre ciò che sembra impedimento, e far percepire la presenza di Dio anche a chi, quanto meno apparentemente, si pensa ‘fuori’ dai nostri recinti. Un esempio su cui riflettere oggi…


Lettura degli Atti degli Apostoli (10, 1-5. 24. 34-36. 44-48a)
Vi era a Cesarèa un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte detta Italica. Era religioso e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte elemosine al popolo e pregava sempre Dio. Un giorno, verso le tre del pomeriggio, vide chiaramente in visione un angelo di Dio venirgli incontro e chiamarlo: «Cornelio!». Egli lo guardò e preso da timore disse: «Che c’è, Signore?». Gli rispose: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite dinanzi a Dio ed egli si è ricordato di te. Ora manda degli uomini a Giaffa e fa’ venire un certo Simone, detto Pietro». Il giorno dopo Pietro con alcuni fratelli arrivò a Cesarèa. Cornelio stava ad aspettarli con i parenti e gli amici intimi che aveva invitato. Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti». Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: «Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo.

Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (2, 12-16)
Miei cari, voi che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore. Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita. Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi di non aver corso invano, né invano aver faticato.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (14, 21-24)
Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia.
Signore, aiuta tutta la nostra Chiesa a sostenere Papa Francesco nella sua opera di mediatore e pacificatore, attraverso il dialogo e l’accoglienza dei valori tra le diverse culture, per un cammino comune di salvezza compiuto nel nome di Gesù. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama.
Signore, non possiamo nasconderci! La tua Parola ci ricorda continuamente che la piena comprensione di Cristo è legata ad una condizione, sola ma decisiva: l’amore! Allora aiuta la nostra Comunità ad andare oltre un’osservanza esteriore e a viverla pienamente, con l’adesione spontanea della volontà e del cuore. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Che c’è, Signore?
Signore, quando ti invochiamo con la preghiera e viviamo l’accoglienza, l’attenzione, la cura del nostro prossimo, sappiamo che tu ci sei vicino, ci ascolti, e, come è accaduto a questo centurione e a Pietro, guidi sempre con sapienza la nostra vita. E con questa certezza ti ringraziamo e preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Grandi sono le opere del Signore!
Signore, 62 bambini della nostra Comunità hanno ricevuto per la prima volta Gesù nell’eucaristia. La partecipazione alla tua mensa li renda consapevoli del grande amore con cui circondi la loro vita. E, con questa gioia, nel cuore sappiano vivere in modo profondo e vero l’amicizia con Gesù e con tutti i fratelli. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!