Letture significative, che fanno pensare a come viviamo il tempo che ci è dato, quale che sia il nostro orizzonte di vita o i nostri obiettivi. E le parole di Isaia ci dicono che queste domande sono le stesse dell’umanità di sempre. Certo, noi non fabbrichiamo idoli di legno, metallo o pietra. Ma ne abbiamo altri: primi il successo e il denaro, cui sacrificare salute affetti, e alla fine la vita stessa.
Le due letture del Nuovo Testamento ci aiutano poi a entrare nell’orizzonte della fede cristiana. La vita corre, e così le nostre giornate e dobbiamo rendercene conto. “Perché ne ve state qui senza far niente?”, chiede il Signore. E invita a “lavorare nella vigna”: anche oggi, nella faticosa vigna del nostro tempo… Questa domanda è fatta a tutti noi. E il Signore ci aspetta: con pazienza, fino all’ultimo, per accoglierci tutti con lo stesso amore, tutti nelle stesse braccia.
Perché peccatori e pasticcioni siamo tutti, ma quello che ci salva sarà anche quel momento di abbandono a Dio, che può venire presto o anche molto tardi: ma è sempre comunque “dono” suo…
Lettura del profeta Isaia (45, 20-24a)
Così dice il Signore Dio: «Radunatevi e venite, avvicinatevi tutti insieme, superstiti delle nazioni! Non comprendono quelli che portano un loro idolo di legno e pregano un dio che non può salvare… Non sono forse io, il Signore? Fuori di me non c’è altro dio; un dio giusto e salvatore non c’è all’infuori di me. Volgetevi a me e sarete salvi, voi tutti confini della terra, perché io sono Dio, non ce n’è altri. Lo giuro su me stesso, dalla mia bocca esce la giustizia, una parola che non torna indietro: davanti a me si piegherà ogni ginocchio, per me giurerà ogni lingua. Si dirà: “Solo nel Signore si trovano giustizia e potenza!”».
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (2, 5c-13)
Fratelli, per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù… Per grazia infatti siete salvati mediante la fede, e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo. Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani nella carne, chiamati non circoncisi da quelli che si dicono circoncisi perché resi tali nella carne per mano d’uomo, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.
Lettura del Vangelo secondo Matteo (20, 1-16)
Il Signore Gesù disse: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Ed egli disse loro: andate anche voi nella vigna.
Signore, hai dato alla Chiesa il compito di essere lo strumento attraverso il quale costruirai il tuo Regno. Aiutala a vivere questa responsabilità con gioia, dedizione e fraternità, perché il premio sarà comunque per tutti la tua misericordia. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Per grazia infatti siete stati salvati mediante la fede, e ciò non viene da voi ma è dono di Dio.
Aiuta, Signore, la nostra Comunità a vivere ogni giorno con gratitudine questa immeritata salvezza. Perché la nostra fede si manifesti in azioni concrete: parole di gentilezza per chi ci circonda, in gesti di servizio per i più bisognosi, in un cuore sempre aperto al perdono. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?
Aiutami, Signore, ad abbandonare l’idea di una fede vissuta come un dono solo personale, e a comprendere invece che, rispondendo alla tua chiamata, sono chiamato a testimoniare che ti prendi cura di ciascuno, anche di chi si sente inutile e abbandonato da tutti. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?
Ma come, in questo mondo tutti corrono e si danno da fare, forse anche troppo. Perché allora questa domanda? Signore Gesù, dai anche agli uomini e alle donne di questo tempo la capacità vivere la propria chiamata mettendosi al servizio del bene comune… E per questo con forza ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!