Questa domenica inizia con le antichissime parole del primo Isaia (700 a.C. circa): una volta di più, si sottolinea che il ‘peccato originale’ causa sempre gli stessi terribili guai. Anche allora, infatti, essere pacifisti, rispettare le regole, non pensare solo ai propri interessi era assai poco comune. E anche allora la gente non voleva guardare alla realtà, ma desiderava piuttosto ascoltare “cose piacevoli” e vivere di “illusioni” reagendo con violenza contro quei “profeti” che cercavano di far loro aprire gli occhi predicendo le dure ricadute future dei loro errori. Esattamente come oggi, fra guerre protratte all’infinito che seminano morte, crudeltà, tantissimo dolore.
E allora: quale prospettiva per noi? Le parole sono sempre quelle del Signore Gesù: “convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”. Molto vicino, come bene spiega san Paolo: dato che noi apparteniamo già al tempo della Chiesa, noi che siamo stati “redenti” da Gesù il Cristo, “giustificati nel suo sangue”, per esser lui “morto per noi mentre eravamo ancora peccatori”. In tal modo, riconciliandoci con il Padre.
Non siamo più, dunque, nella “ombra della morte”. Vale però – sempre e per tutti – il richiamo di Gesù per una vera ‘conversione’ delle nostre vite. Difficile? Certo, ma abbiamo l’aiuto dello Spirito!…
Lettura del profeta Isaia (30, 8-15b)
Così dice il Signore Dio: «Su, vieni, scrivi questo su una tavoletta davanti a loro, incidilo sopra un documento, perché resti per il futuro in testimonianza perenne. Poiché questo è un popolo ribelle. Sono figli bugiardi, figli che non vogliono ascoltare la legge del Signore. Essi dicono ai veggenti: “Non abbiate visioni” e ai profeti: “Non fateci profezie sincere, diteci cose piacevoli, profetateci illusioni! Scostatevi dalla retta via, uscite dal sentiero, toglieteci dalla vista il Santo d’Israele”. Pertanto dice il Santo d’Israele: «Poiché voi rigettate questa parola e confidate nella vessazione dei deboli e nella perfidia, ponendole a vostro sostegno, ebbene questa colpa diventerà per voi come una breccia…il cui crollo avviene in un attimo, improvvisamente, e s’infrange come un vaso di creta, frantumato senza misericordia, così che non si trova tra i suoi frantumi neppure un coccio con cui si possa prendere fuoco dal braciere o attingere acqua dalla cisterna». Poiché così dice il Signore Dio, il Santo d’Israele: «Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell’abbandono confidente sta la vostra forza».
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (5, 1-11)
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche… l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui…Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.
Lettura del Vangelo secondo Matteo (4, 12-17)
Quando il Signore Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino.
Signore Gesù, tu che vedi le grandi difficoltà del mondo odierno e conosci il dolore con il quale assistiamo impotenti a tanto male, aiuta il nostro Papa Leone a immaginare reali percorsi di dialogo e di pace, annunciando con parole attuali il tuo richiamo di allora: la necessità di una vera conversione dei cuori. E per questo con grande speranza ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Nella conversione sta la vostra salvezza, nell’abbandono confidente la vostra forza.
Signore Gesù, chiediamo l’aiuto del tuo Spirito perché la nostra Comunità colga la tua promessa di salvezza “nella conversione” dei cuori e “nell’abbandono confidente” a Dio, in modo che la preghiera e l’eucaristia possano diventare vero “servizio”: fra noi, e non solo. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo.
Signore, ciascuno di noi sa bene quanto bisogno abbiamo di te, della tua grazia, e del sostegno e della speranza che ci vengono della tua Parola. Aiutaci a farne motivo di vera conversione: e, allora, il “regno dei cieli” sarà davvero vicino al nostro cuore. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Non fateci profezie sincere, diteci cose piacevoli, profetateci illusioni.
Signore, perché abbiamo paura della tua Parola? E perché preferiamo talora anche fingere di non conoscerla? Il mondo ha un grande bisogno di voci sagge e responsabili che ci guidino verso la giustizia – e quindi la pace. Anche a scapito di interessi personali. Abbiamo bisogno, Signore di voci profetiche e per questo con forza ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!