3 Luglio – Quarta Domenica dopo Pentecoste

Di nuovo torniamo idealmente alla creazione e al progetto, immediatamente tradito, di Dio sul mondo e sull’umanità. Domenica scorsa, il peccato di Adamo ed Eva. Oggi il primo omicidio. Simbolicamente fra due fratelli: ma non siamo tutti fratelli perché figli dello stesso Padre? Ancora una volta il grido di Dio: “Che hai fatto?”. E la risposta di sempre: “Sono forse il custode di mio fratello?”. È difficile non pensare alla violenza e alla miseria che spinge oggi la gente a rischiare la vita, perché sanno che comunque la perderebbero… “Cosa abbiamo fatto”, Signore, per arrivare a quello che sentiamo e vediamo ogni giorno?

Eppure, Gesù era stato ben chiaro: la Legge degli “antenati” si limitava a raccomandare le regole di ogni possibile convivenza (non uccidere, non rubare…), ma la Nuova Legge delle Beatitudini, chiede ben altro. Il rispetto verso tutti, uno sguardo di attenzione, delicata e profonda, di cui Dio stesso tiene conto: “va’ prima a riconciliarti con tuo fratello”, se sai che lui –e non tu!- ha qualcosa “contro di te”.

Molto al di là delle nostre capacità, troppo spesso anche nelle nostre relazioni personali. Però la risposta di Dio è, a ben vedere, duplice. Primo, come dice san Paolo, è necessario avere davvero fede: “credere che Dio esiste e che ricompensa coloro che lo cercano”. Secondo, anche quando gravemente sbagliamo, Dio interviene: ma sempre con una via d’uscita! Aveva dato ad Adamo ed Eva di che coprire le loro “nudità” prima di cacciarli dall’Eden, e qui tutela Caino dal correre nel  pericolo di essere ucciso a sua volta.


Lettura del libro della Genesi (4, 1-16) 
Adamo conobbe Eva sua moglie, che concepì e partorì Cainoe disse: «Ho acquistato un uomo grazie al Signore». Poi partorì ancora Abele, suo fratello. Ora Abele era pastore di greggi, mentre Caino era lavoratore del suolo… Caino presentò frutti del suolo come offerta al Signore, mentre Abele presentò a sua volta primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai»…Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?». Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra». Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono. Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e dovrò nascondermi lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi ucciderà». Ma il Signore gli disse: «Ebbene, chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché nessuno, incontrandolo, lo colpisse.

Lettera agli Ebrei (11, 1-6)
Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Per fede, noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sicché dall’invisibile ha preso origine il mondo visibile. Per fede, Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, avendo Dio attestato di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora. Per fede, Enoc fu portato via, in modo da non vedere la morte… Senza la fede è impossibile essergli graditi; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano.

Lettura del Vangelo secondo Matteo (5, 21-24)
Il Signore Gesù disse: «Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geenna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede.
Signore, per avvicinarci al Mistero servono uomini di fede, e tutta la storia, fin dai tempi di Abramo, è provvidenzialmente ricca di uomini che per fede hanno fatto cose grandi. Anche oggi, la Chiesa possa continuare questo cammino sulla strada tracciata da una fede forte, per aprirsi alla giustizia e alla verità.  Per questo ti preghiamo… Rinnova, Signore, i nostri cuori!

Va prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
È già difficile perdonare chi ci ha ferito, ma tu, Signore, ci chiedi molto di più: essere consapevoli dei nostri errori e presentarci a te con una vera serenità interiore. Dona alla nostra comunità la capacità di accoglierci e sostenerci nella pace che solo tu sai dare. Per questo ti preghiamo… Rinnova, Signore, i nostri cuori!

Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio,
Signore, quanto severo è il tuo giudizio! La nuova alleanza di Dio con noi chiede infatti una vera rivoluzione: avere come legge quella dell’Amore che tu stesso hai declinato nelle “beatitudini”. Perché il tuo Spirito possa accompagnarci, ti preghiamo… Rinnova, Signore, i nostri cuori!

Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo.
Parole che risuonano con forza in questo tempo di conflitti e smarrimento… Aiutaci Signore a intraprendere seriamente un cammino condiviso di solidarietà e di accoglienza, perché ciascuno possa riconoscersi come tuo figlio. Per questo con forza ti preghiamo… Rinnova, Signore, i nostri cuori!