La liturgia di questa domenica si concentra su quello che chiamiamo ‘peccato originale’. E lo fa iniziando da Genesi e quindi da una ‘creazione’ che sta proprio ‘partendo’. E subito male…
Tuttavia, l’antichissima narrazione dell’uomo e dell’umanità sottintende il peccato di sempre: quello nostro, quello ‘quotidiano’. Quando qualcosa di ‘sbagliato’ diventa molto attrattivo, tanto da sembrare “buono, bello e desiderabile”. Salvo a ricrederci immediatamente, e a sentirci anche noi “nudi” e richiamati dalla voce di Dio: “dove sei… che hai fatto”. Senza futuro quindi?
No di certo – spiega san Paolo – perché anche questa volta “uno solo” sarà capace di “riversare su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita”. E la parola Yeshua in ebraico vuol dire appunto ‘salvezza’.
Salvati dalla nuova “Eva”: Maria. E da Giuseppe: che accetta questa difficile paternità, dando al piccolo Gesù un nome che, da allora, ha voluto vuole e vorrà dire per tutti ‘speranza di salvezza’.
Lettura del libro della Genesi (3, 1-20)
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l’uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». Alla donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà». All’uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato: “Non devi mangiarne”, maledetto il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba dei campi. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!». L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (5, 18-21)
Fratelli, come per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti. La Legge poi sopravvenne perché abbondasse la caduta; ma dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia. Di modo che, come regnò il peccato nella morte, così regni anche la grazia mediante la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.
Lettura del Vangelo secondo Matteo (1, 20b-24b)
Apparve in sogno a Giuseppe un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.
Preghiere dei fedeli della Comunità di santa Croce
Per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.
Signore, ti preghiamo per Papa Leone, perché il suo ministero sappia rinvigorire nella Chiesa la capacità di indicare il cammino faticoso della salvezza donata da Gesù, la sua grazia, il suo perdono, il suo desiderio di restituire fiducia e speranza all’uomo. Per questo con forza ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Il Signore è bontà e misericordia.
Signore, la nostra Comunità accoglie con gioia le piccole Matilde e Vittoria Maria per accompagnarle, con le loro famiglie, madrine e padrini, nel cammino di fede cui le hai chiamate col Battesimo. Proteggile sempre perché, guidate dalla luce del Vangelo, siano testimoni nel mondo della tua bontà e misericordia. Per questo, con tutto il cuore, ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono
Io spero, Signore.
Padre buono, nella forte speranza che la tua misericordia conceda a noi di saper perdonare il nostro prossimo, così da formare tutti insieme una ‘catena’ di benevolenza, ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono
Che hai fatto…?
Ben consci della nostra fragilità, Signore, ti chiediamo di perdonarci e insieme di aiutarci a divenire, grazie all’amore di Gesù e all’opera dello Spirito Santo, collaboratori di pace e salvezza per il mondo intero. Per questo, con grande fede ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!