25 maggio – Sesta Domenica di Pasqua

Questa domenica, le letture richiamano la nostra attenzione sulla figura di Gesù e sul suo rapporto con i discepoli di allora: ma anche con noi, discepoli di oggi. Il vangelo ci aiuta a capire che nemmeno chi viveva con il Signore era in grado di comprendere fino in fondo le difficoltà della fede e ancor più quelle concernenti la fondazione e la crescita di una comunità. Gesù ha però parole semplici ma chiarissime: la cosa fondamentale è l’aiuto di quello “Spirito di Verità” sempre capace di legare insieme il passato e il futuro: “dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future”. Ed è lo Spirito che anche oggi guida e sostiene noi tutti, le nostre Comunità, la Chiesa.

Certamente, anche noi vorremmo che Gesù fosse presente in modo concreto nelle nostre giornate e nelle nostre difficoltà: sentirlo e vederlo davvero. Ma difficilmente può essere così. Paolo lo testimonia ricordando il suo straordinario ‘incontro’ personale con il Signore: proprio lui che lo aveva osteggiato perseguitando i suoi seguaci! Un contatto durissimo da tutti i punti di vista, che cambierà  la vita di Saulo e farà di lui il primo missionario invitato “alle genti”, per dirla usando le parole della Chiesa di oggi. Una esperienza che lo vedrà poi spendersi per convincere gli ebrei del suo tempo che Gesù -morto e risorto- era il solo unico e vero “sacerdote” capace di “salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio”. E questa è stata la seconda scommessa e speranza della sua vita: convertire a Gesù i suoi ‘fratelli ebrei’. E, come si vede, non sempre si è ascoltati…


Lettura degli Atti degli Apostoli (21, 40b – 22, 22)
Paolo, in piedi sui gradini, fece cenno con la mano al popolo… dicendo: «Fratelli e padri, ascoltate ora la mia difesa davanti a voi»… Ed continuò: «Io sono un Giudeo, nato a Tarso in Cilìcia, ma educato in questa città, formato alla scuola di Gamaliele nell’osservanza scrupolosa della Legge dei padri, pieno di zelo per Dio… Io perseguitai a morte questa Via, incatenando e mettendo in carcere uomini e donne… avevo anche ricevuto lettere per i fratelli e mi recai a Damasco per condurre prigionieri a Gerusalemme… Mentre ero in viaggio e mi stavo avvicinando a Damasco, verso mezzogiorno, all’improvviso una grande luce dal cielo sfolgorò attorno a me; caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?”. Io risposi: “Chi sei, o Signore?”. Mi disse: “Io sono Gesù il Nazareno, che tu perséguiti”…Io dissi allora: “Che devo fare, Signore?”. E il Signore mi disse: “Àlzati e prosegui verso Damasco; là ti verrà detto tutto quello che è stabilito che tu faccia”. E poiché non ci vedevo più… guidato per mano dai miei compagni giunsi a Damasco. Un certo Anania… venne da me, mi si accostò e disse: “Saulo, fratello, torna a vedere!”. E in quell’istante lo vidi. Egli soggiunse: “Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. E ora, perché aspetti? Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il suo nome”. Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi e vidi lui che mi diceva: “Affréttati ed esci presto da Gerusalemme, perché non accetteranno la tua testimonianza su di me”. E io dissi: “Signore, essi sanno che facevo imprigionare e percuotere nelle sinagoghe quelli che credevano in te; e quando si versava il sangue di Stefano… io ero presente e approvavo, e custodivo i vestiti di quelli che lo uccidevano”. Ma egli mi disse: “Va’, perché io ti manderò lontano, alle nazioni”». Fino a queste parole erano stati ad ascoltarlo, ma a questo punto alzarono la voce gridando: «Togli di mezzo costui; non deve più vivere!».

Lettera agli Ebrei (7, 17-26)
Fratelli, a Cristo è resa questa testimonianza: «Tu sei sacerdote per sempre secondo l’ordine di Melchìsedek». Si ha così l’abrogazione di un ordinamento precedente a causa della sua debolezza e inutilità – la Legge, infatti non ha portato nulla alla perfezione – e si ha invece l’introduzione di una speranza migliore, grazie alla quale noi ci avviciniamo a Dio. Inoltre, ciò non avvenne senza giuramento. Quelli, infatti diventavano sacerdoti senza giuramento; costui al contrario con il giuramento di colui che gli dice: «Il Signore ha giurato e non si pentirà: tu sei sacerdote per sempre». Per questo Gesù è diventato garante di un’alleanza migliore. Inoltre, quelli sono diventati sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare a lungo. Egli invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore. Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (7, 17-26)
Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «… Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete… ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità.
Signore, aiutarci a riscoprire che il senso più profondo dell’esistenza umana è il mandato che Gesù, attraverso il dono dello Spirito, ha lasciato alla Chiesa, perché con umiltà lo portasse attraverso la storia. E perché lo Spirito non manchi mai di darle il suo aiuto in questo compito ogni giorno più arduo,  ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

La vostra tristezza si cambierà in gioia…
Signore Gesù, oggi la nostra Comunità accoglie con grande gioia i piccoli Beatrice, Carolina, Edoardo, Lucia, Lucia Elisabetta, Lorenzo, Margherita, Riccardo, Thomas Lyam e Vittoria, che da domenica ne faranno parte con il battesimo. E perché, con l’aiuto di genitori, madrine e padrini e di noi tutti, questo possa essere un vero percorso di fede comunitario, ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Chi sei, o Signore? 
Non c’è una risposta esauriente a questa domanda, di per sé indefinibile, se non credere in te Signore, Dio, Onnipotente e misericordioso: accresci la mia e nostra fede per essere strumento del tuo amore e della tua pace. Per questo con forza ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!