25 luglio – Nona Domenica dopo Pentecoste

Ogni domenica, il calendario liturgico ci pone domande di senso e questa settimana abbiamo a che fare con il valore più grande in assoluto: la vita. Le parole di Gesù, insieme alle riflessioni di quel grande missionario che è stato Paolo, ci fanno da guida, cominciando dal vangelo. Questo passo è posto in un momento cruciale: numerose guarigioni, la domanda fatta ai discepoli sull’idea che la gente si sta facendo di lui, il ‘riconoscimento’ di Pietro, l’annuncio della vicina passione E prima della trasfigurazione. Equivale, insomma, a una comunicazione condensata ma fondamentale. La vita è il bene più grande che abbiamo e che tutti vogliamo ‘salvare’: certamente non ‘perdere’. Ma come? Seguendo il Maestro. Paolo ci viene in aiuto: dobbiamo mirare ai valori più importanti, che non sono il potere, la ricchezza, uno status sociale di riguardo; e neppure la cultura in sé.

Anzi, tutto questo può allontanarci dal Signore. Infatti, se -sottolinea il vangelo- costruiremo le nostre giornate mirando solo a obbiettivi tanto lontani dalla Parola e dall’esempio di Gesù, finiremo molto facilmente fuori strada: e ci ‘perderemo’. Se, al contrario se -più che ‘rinnegarci’- ‘rinunceremo’ ad una vita fatta solo a misura del nostro interesse personale, ci ritroveremo ricchi di serenità e di pace interiore: e avremo una vita ‘piena’ cominciando da qui, proprio da ora. L’importante è “non vergognarsi” del Signore, cioè non fare una contro testimonianza, ‘disconoscendolo’ nella vostra esistenza, costi quel che costi. Come ha saputo fare un re come Davide…

Certamente, tutto questo non è a ‘buon mercato’. E Gesù non lo nasconde. Seguire le sue orme vuol dire anche accettare il “peso” di una coerenza coraggiosa, vuol dire correre il ‘rischio’ effettivo di difficoltà che possono costare care, come è stato per Gesù.

Ma in cambio di “vita” : piena oggi, e senza fine…


Lettura del secondo libro di Samuele (6, 12b-22)
Davide andò e fece salire l’arca di Dio dalla casa di Obed-Edom alla Città di Davide, con gioia…Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore. Davide era cinto di un efod di lino…  Quando l’arca del Signore entrò nella Città di Davide, Mical, figlia di Saul, guardando dalla finestra vide il re Davide che saltava e danzava dinanzi al Signore e lo disprezzò in cuor suo… Poi tutto il popolo se ne andò, ciascuno a casa sua… gli uscì incontro Mical, figlia di Saul, e gli disse: «Bell’onore si è fatto oggi il re d’Israele scoprendosi davanti agli occhi delle serve dei suoi servi, come un uomo da nulla!». Davide rispose a Mical: «L’ho fatto dinanzi al Signore, che mi ha scelto invece di tuo padre e di tutta la sua casa per stabilirmi capo sul popolo del Signore, su Israele; ho danzato davanti al Signore. Anzi mi abbasserò anche più di così e mi renderò vile ai tuoi occhi, ma presso quelle serve di cui tu parli, proprio presso di loro, io sarò onorato!».

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1, 25-31)
Fratelli, ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili. Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio. Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto, «chi si vanta, si vanti nel Signore».

Lettura del Vangelo secondo Marco (8, 34-388, 34-38)
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, il Signore Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli…
Signore, ci hai parlato della croce, e ora ci chiediamo con stupore se quello è il simbolo della nostra chiamata. Aiuta la Chiesa a ricordarci che tu ci chiedi “semplicemente” di vivere con lo stile di Gesù, dando testimonianza della fede con coraggio, e senza vergogna. Per questo ti preghiamo… Sostieni, Signore, il nostro cammino!

Chi si vanta, si vanti nel Signore!
Signore Gesù, morendo sulla croce, ci hai insegnato anche a essere umili. Aiuta la nostra comunità a essere luogo di testimonianza di un vangelo che non dà prestigio, ma si realizza nel credere e collaborare al tuo disegno di salvezza. Per questo Ti preghiamo… Sostieni, Signore, il nostro cammino!

Chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.
“Perdere” e “ salvare”… Oggi ti chiediamo, Signore, di aiutarci a vivere seguendo la tua Parola e il tuo esempio, perché lo stile della nostra vita possa guardare, oltre il nostro egoismo, alle esigenze di chi abbiamo vicino. Per questo ti preghiamo… Sostieni, Signore, il nostro cammino!

Chi si vergognerà di me anche il Figlio dell’Uomo si vergognerà di lui
Aiutaci, Signore a fidarci fino in fondo di te, in modo che la nostra testimonianza possa essere chiara, nonostante le sfide che ne possono derivare: umiliazione, derisione, privazioni. Per questo ti preghiamo… Sostieni, Signore, il nostro cammino!