In queste ultime domeniche, la Chiesa, attraverso una vera ‘catechesi’, ci fa ripensare ai pilastri della nostra fede: Gesù che ascende al cielo, Pentecoste con il dono dello Spirito grazie al quale nessuno di noi è ‘orfano’, la Trinità.
Questa volta le letture parlano direttamente a noi, discepoli di oggi. Anche noi abbiamo intorno folle di persone “bisognose di cure”, che forse non sanno più bene dove andare, e cercano una voce amica, che apra alla speranza. Sono tanti – anzi sempre di più – i poveri, i fragili, gli stranieri, le donne in difficoltà, i piccoli soli…Forse, Signore, ripeti anche oggi di “dare noi stessi” questo cibo buono che vuol dire anche attenzione, amicizia, orizzonte di senso e di speranza, oltre certo al necessario per vivere: fisicamente, ma anche spiritualmente.
Ma come fare, Signore? Dove trovare anche noi talora questa forza, speranza, senso… “Questo è il mio corpo… questa è la nuova alleanza nel mio sangue”.
Grazie, Signore. Non siamo orfani, e abbiamo ogni giorno un cibo di vita…
Lettura del libro della Genesi (14, 18-20)
Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole: «Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici». Ed egli diede a lui la decima di tutto.
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (11, 23-26)
Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane, e dopo aver reso grazie, lo spessò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.
Lettura del Vangelo secondo Luca (11, 23-26)
Il Signore Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso.
Ti preghiamo, Signore, per la Chiesa Ambrosiana e in particolare per il nostro vescovo Mario che ricorda i 50 anni di ordinazione sacerdotale. Perché ogni volta che, come Chiesa, celebriamo insieme l’Eucaristia ricordando la passione, morte e risurrezione del Signore, possiamo trasmettere alle nuove generazioni la bellezza e la gioia di essere cristiani, con speranza ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Voi stessi date loro da mangiare.
Perché, seguendo l’esempio di Gesù e degli Apostoli, la nostra Comunità possa essere sempre più aperta all’incontro, all’ascolto ed al dialogo grazie al valore dato a preghiera, partecipazione eucaristica, comunione e condivisione dei beni… con il cuore ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Signore, nell’Eucaristia riceviamo il cuore di Cristo sofferente, un cuore che sta ancora sanguinando per amore, presenza viva del suo sacrificio. Non solamente premio per i santi, ma ancor più medicina per i cuori malati. Fa, Signore, che ne siamo degni. Per questo con fede ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi avanzati.
Signore, il nostro cuore soffre profondamente nel vedere troppe persone private con la forza del nutrimento e del necessario per vivere: eppure, chi dovrebbe farlo, non interviene. Aiutaci a ricordare che condividere non toglie molto a chi ha di più, ma permette anche a chi non ha di ricevere, facendo divenire questo ‘di più’ un bene per tutti. Per questo con forza ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!