17 marzo – Quinta Domenica di Quaresima, di Lazzaro

Ci avviciniamo alla Settimana Santa, e il notissimo brano di Giovanni introduce esattamente nell’orizzonte ‘finale’ della vita e della morte. Meglio, di una “vita” che sconfigge la “morte”: l’ultimo “nemico”, secondo san Paolo, frutto del ‘peccato dell’origine’. 

Lazzaro e le sue sorelle: una famiglia, molto poco ‘regolare’ per il tempo, cui Gesù era legato da una amicizia profonda. Eppure, il Signore non corre a ‘fermare’ la morte dell’amico: e le sorelle lo rimproverano. Come facciamo noi tante volte: ma perché la malattia, perché la morte? perché a me? Quante Dio volte ci appare assente, ‘lontano’… Ma Gesù si commuove, e piange… Poi il miracolo straordinario: tanto da condannarlo di fatto alla morte!

E noi? Fin dall’inizio della “storia” di Dio con l’uomo, Dio interviene per “liberare” l’umanità dal ‘male’, indicando come vivere secondo “giustizia”. Per Israele, la Legge dei comandamenti (Deuteronomio). Per noi, quella delle Beatitudini. E quanto sia necessario seguirle lo suggerisce san Paolo con una raccomandazione opportuna da sempre e per sempre: comportarsi “non da solti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi”. Anche quelli di oggi…


Lettura del libro del Deuteronomio (6, 4a. 20-25)
Mosè disse: «Ascolta, Israele: Quando in avvenire tuo figlio ti domanderà: “Che cosa significano queste istruzioni, queste leggi e queste norme che il Signore, nostro Dio, vi ha dato?”, tu risponderai a tuo figlio: “Eravamo schiavi del faraone in Egitto e il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente. Il Signore operò sotto i nostri occhi segni e prodigi grandi e terribili contro l’Egitto… Ci fece uscire di là per condurci nella terra che aveva giurato ai nostri padri di darci. Allora il Signore ci ordinò di mettere in pratica tutte queste leggi, temendo il Signore, nostro Dio, così da essere sempre felici ed essere conservati in vita, come appunto siamo oggi. La giustizia consisterà per noi nel mettere in pratica tutti questi comandi, davanti al Signore, nostro Dio, come ci ha ordinato”».

Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (6, 4a. 20-25)
Fratelli, fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore. E non ubriacatevi di vino, che fa perdere il controllo di sé; siate invece ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (11, 1-53)
Un certo Lazzaro di Betania, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli… Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio »… Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbi, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno…» Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà»… Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso… disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro… Molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio… Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare». Molti dei Giudei… credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Io sono la risurrezione e la vita; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno.
Signore, questa parola di Cristo è il centro della fede: solo Cristo dona senso alla nostra vita, fino a vincere la morte stessa. Perché la Chiesa e ciascun cristiano creda con forza questo, e ne faccia principio della propria vita, Signore ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Tolsero dunque la pietra…
Signore, con queste parole ci chiedi di togliere dai nostri cuori le pietre di tutto ciò che sa di morte. La nostra Comunità sappia accoglierle e metterle in pratica, perché solo così potremo morire al peccato per rinascere alla vita nuova che tu ci dai. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Il Maestro è qui e ti chiama.
Ti ringrazio, Signore, perché nonostante le mie imperfezioni e in mezzo alle distrazioni della vita quotidiana, la tua chiamata risuona come un richiamo all’amore, alla pace e alla verità. Per questo ti ringraziamo e preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Fratelli, fate molta attenzione al vostro modo di vivere, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi.
Signore, aiuta l’umanità a prendere coscienza del tempo che ci dato, facendo memoria del passato, per non dimenticare gli errori, e vivere con saggezza il presente, in modo che ogni azione sia compiuta per bene in vista di un futuro migliore. Ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Signore Gesù, perché, come chiede il nostro Arcivescovo, possiamo ripensare la nostra testimonianza nel territorio in cui viviamo e dare così un futuro alla nostra Comunità, ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!