Le letture di questa domenica toccano, sia pure in modo diverso, un tema – importante in tutti i tempi e livelli sociali – che sintetizziamo così: come bene amministrare un Paese e guidare un Popolo; come rendere ‘sapiente’ in senso pieno la cultura umana; come comportarci davanti al potere del denaro.
E, in tutti i casi, la ‘soluzione’ consiste nell’affidarsi a Dio. Così per Salomone cui il Signore guarderà con stima particolare, dandogli ben di più di quanto chiesto. Ma ritroviamo lo stesso concetto anche nelle parole forti di Paolo, che mette in guardia dall’adeguarsi ai “progetti” – “astuti ma vani” – di chi pensa di salvare il mondo con le sole capacità umane. Soprattutto parlando di persone che la ricchezza rende sorde e cieche nei confronti delle necessità degli altri e che risultano poi ‘non libere’ davanti a decisioni anche molto importanti. Che è il caso del “giovane ricco”…
Comprendiamo dunque la domanda preoccupata dei discepoli: “chi mai si salverà?”. Ma anche la doppia risposta di Gesù. Innanzitutto, il consiglio di affidarsi al Signore: perché solo lui può salvare. Ma importante anche la chiusura: quanto si ‘donerà’ di sé a Dio, verrà certamente restituito; in modo diverso, ma con grande abbondanza, presente e futura…
E questo vogliamo pensarlo però per tutti: certamente in proporzione a quanto di noi, nelle nostre storie e vite, avremo saputo dare, in risposta a differenti vocazioni e quindi anche responsabilità…
Lettura del primo libro dei Re (3, 5-15)
A Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda». Salomone disse: «Tu hai trattato il tuo servo Davide, mio padre, con grande amore, perché egli aveva camminato davanti a te con fedeltà, con giustizia e con cuore retto verso di te. Tu gli hai conservato questo grande amore e gli hai dato un figlio che siede sul suo trono, come avviene oggi. Ora, Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?». Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: «Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te. Ti concedo anche quanto non hai domandato, cioè ricchezza e gloria, come a nessun altro fra i re, per tutta la tua vita. Se poi camminerai nelle mie vie osservando le mie leggi e i miei comandi, come ha fatto Davide, tuo padre, prolungherò anche la tua vita». Salomone si svegliò; ecco, era stato un sogno. Andò a Gerusalemme; stette davanti all’arca dell’alleanza del Signore, offrì olocausti, compì sacrifici di comunione e diede un banchetto per tutti i suoi servi.
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (3, 18-23)
Fratelli, nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: «Egli fa cadere i sapienti per mezzo della loro astuzia». E ancora: «Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani». Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.
Lettura del Vangelo secondo Luca (18, 24b-30)
Il Signore Gesù disse: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio. È più facile infatti per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio!». Quelli che ascoltavano dissero: «E chi può essere salvato?». Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio». Pietro allora disse: «Noi abbiamo lasciato i nostri beni e ti abbiamo seguito». Ed egli rispose: «In verità io vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
E chi può essere salvato?…
Due giorni fa, il Papa ha detto che “la salvezza non viene per incanto, ma per un mistero di grazia e di fede, di amore preveniente di Dio, e di adesione fiduciosa e libera da parte dell’uomo”. Preghiamo per il nostro Pontefice, perché queste parole possano raggiungere tutti gli uomini e le donne in ricerca di pace interiore, e fare di loro strumenti di pace. Con forza per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Fratelli, nessuno si illuda … il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani.
Signore, aiuta la nostra Comunità a comprendere che per essere strumento del tuo Amore non è necessario costruire grandi progetti e porci al centro del mondo, perché non diventeremo più saggi essendo più colti, ma piuttosto mettendoci con umiltà al servizio del tuo progetto di salvezza. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia distinguere il bene dal male.
Signore, donaci la capacità di resistere alla tentazione di omologarci all’immagine del successo che governa il mondo, e donaci capacità di discernimento perché il nostro pensiero, la nostra intelligenza, e la nostra volontà imparino a vedere tutto attraverso i tuoi occhi. E per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Ecco, era stato un sogno…
Signore, anche noi abbiamo “fatto un sogno”: che il nostro desiderio di pace, giustizia e libertà possa diventare realtà per il bene dell’umanità tutta. E per questo con tanta speranza ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!