13 luglio – Quinta Domenica dopo Pentecoste

Una domenica dedicata al grande e delicato tema della ‘fede’. Che – suggeriscono le due prime letture – riguarda il legame fra Dio e noi. Entrambe indicano in Abramo l’esempio per definizione del ‘vero’ fedele: colui che si è totalmente ‘affidato’ al Creatore. Un legame ben noto, ricorda san Paolo: Abramo capace di restare “saldo nella speranza contro ogni speranza” riguardo la capacità di generare nella vecchiaia (senza dimenticare il racconto del ‘sacrificio’ di Isacco). 

Ma una fiducia anche reciproca, come appare dallo stupefacente brano di Genesi. Dio ‘crede’ in Abramo tanto da sceglierlo come colui in cui  “si diranno benedette tutte le nazioni della terra”. E la domanda – tutta umana – di Dio sarà dunque: come tenerlo “nascosto di ciò che sto per fare?”. Segue un lungo confronto in cui Abramo osa implorare la misericordia di Dio per riguardo a quei “giusti” che pure ci sono ancora, mescolati a chi pare andato del tutto fuori strada. Cosa che accade anche oggi: ricordiamolo al Signore! Gesù precisa poi che il concetto di “giusto” non coincide per definizione con ‘conosciuto’, ‘integrato’, formalmente ‘a posto’:  e neppure ‘molto vicino’. Ma solo con chi sarà davvero stato “operatore di giustizia”…


Lettura del libro della Genesi (18, 1-2a. 16-33)
Il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Quegli uomini andarono a contemplare Sòdoma dall’alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli. Il Signore diceva: «Devo io tenere nascosto ad Abramo quello che sto per fare, mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra? Infatti io l’ho scelto, perché…il Signore compia per Abramo quanto gli ha promesso». Disse allora il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!». Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore. Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere?… Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo». Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque». Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci». 

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (4, 16-25)
Fratelli, eredi si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi – come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti popoli» – davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono. Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne «padre di molti popoli», come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Egli non vacillò nella fede, pur vedendo già come morto il proprio corpo – aveva circa cento anni – e morto il seno di Sara. Di fronte alla promessa di Dio non esitò per incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perché gli fu accreditato come giustizia. E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato, ma anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, il quale è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.

Lettura del Vangelo secondo Luca (13, 23-29)
Un tale chiese al Signore Gesù: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Noi crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore per la nostra giustificazione.
Signore Gesù, il tuo Spirito affianchi e sostenga il nostro papa Leone XIV che, nel suo primo discorso, ha ricordato come i tuoi discepoli proprio dalla risurrezione hanno preso la forza di “gettare sempre e nuovamente la rete per navigare nel mare della vita e potersi ritrovare tutti nell’abbraccio di Dio”. Per tutto questo, con speranza, ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Sforzatevi di entrare per la porta stretta.
La nostra Comunità, che il 18 ottobre varcherà in Sant’Ambrogio la porta santa, non perda mai la speranza in Gesù e nei suoi insegnamenti durante il suo cammino di fede, per poter essere testimone di pace, amore e fraternità. Per questo con forza ti preghiamo Signore… Ascoltaci, Signore!

Non si adiri il mio Signore se parlo ancora…
Signore, la preghiera di intercessione è un atto di fede nella tua misericordia, che non è negata a nessuno, e che è tanto più grande quanto più grandi sono le nostre mancanze. Insegnami a non perdere mai il coraggio di chiedere perdono, per me stesso e per tutti coloro per i quali nessuno prega. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Signore, ascolta la voce della mia supplica
Signore, tanti carcerati – così come tante persone detenute nei vari centri accoglienza – vivono situazioni insopportabili. Sostieni nei governanti e nei cittadini un impegno costante per difendere la dignità di ogni persona fedeli al rispetto reciproco, e valorizzando talenti e capacità per una nuova vita nella società. Con tutto il cuore, ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!