11 maggio – Quarta Domenica di Pasqua

Nel brano del vangelo di questa domenica – che è parte del lungo addio prima della Passione – Gesù chiede ai discepoli di andare oltre i consueti ‘comandamenti’, aggiungendone uno, semplicissimo eppure così arduo: quello di un amore totalmente reciproco. Con l’aggiunta del suo esempio: “come io ho amato voi”. In altre parole, fino a dare “la vita per i propri amici”. 

Questo dice il Signore oggi anche a noi, divenuti nella fede non “servi”, ma “amici”. Anzi, amici scelti proprio perché “andiamo e portiamo un frutto che rimanga” anche nel difficile mondo di oggi.

Cosa certo non facile, ma sappiamo che è stato sempre così, fin dall’inizio. Un inizio davvero complicato e rischioso qui testimoniato da san Paolo, pronto ad accettare carcere e condanna da “prigioniero per Cristo”, come esempio per tutti i fedeli: di allora e di oggi. E tanti sono, ogni anno, i martiri cristiani odierni. Il loro esempio e la loro forza devono essere per noi un richiamo a essere consapevoli del compito di testimonianza che ognuno di noi ha: nelle vocazioni consacrate – e oggi pensiamo e preghiamo per Papa Leone XIV -, come in quelle di tutte le nostre semplici vite di fedeli. 


Lettura degli Atti degli Apostoli (21, 8b-14)
Entrati nella casa di Filippo l’evangelista, che era uno dei Sette, restammo presso di lui. Egli aveva quattro figlie nubili, che avevano il dono della profezia. Eravamo qui da alcuni giorni, quando scese dalla Giudea un profeta di nome Àgabo. Egli venne da noi e, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: «Questo dice lo Spirito Santo: l’uomo al quale appartiene questa cintura, i Giudei a Gerusalemme lo legheranno così e lo consegneranno nelle mani dei pagani». All’udire queste cose, noi e quelli del luogo pregavamo Paolo di non salire a Gerusalemme. Allora Paolo rispose: «Perché fate così, continuando a piangere e a spezzarmi il cuore? Io sono pronto non soltanto a essere legato, ma anche a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù». E poiché non si lasciava persuadere, smettemmo di insistere dicendo: «Sia fatta la volontà del Signore!».

Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (1, 8-14)
Fratelli, Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. Desidero che sappiate, fratelli, come le mie vicende si siano volte piuttosto per il progresso del Vangelo, al punto che, in tutto il palazzo del pretorio e dovunque, si sa che io sono prigioniero per Cristo. In tal modo la maggior parte dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, ancor più ardiscono annunciare senza timore la Parola.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (15, 9-17)
Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone, ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Noi voi avete scelto me, ma io ho scelto voi…
Signore, ringraziamo il tuo Spirito che ha vegliato sui cardinali e ci ha donato Papa Leone XIV. Ti preghiamo perché il suo pontificato possa mantenere la nostra bella Chiesa nel solco della tua Parola, vivendo il comandamento dell’amore, con la gioia di essere, nel mondo intero, testimone di giustizia e di pace. Per questo con speranza ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici.
Signore Gesù, oggi la nostra Comunità fa festa per i 64 fratelli e sorelle che, grazie all’azione dello Spirito Santo, sono stati confermati nella fede. Tu, che ci chiami amici, fa che sentano la responsabilità – ma anche la bellezza – di essere nel mondo segni di speranza, pace e gioia, veri frutti del tuo amore che salva chi si affida a te. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Nelle tue mani, Signore, è tutta la mia vita…
Così, il salmo. Signore accresci la nostra fede per fidarci e affidarci, sull’esempio di Maria, al tuo Amore Misericordioso, cosicché sia fatta la tua e non la nostra volontà. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga.
Signore, oggi la Chiesa mondiale prega per le vocazioni: di particolare consacrazione, senza  però dimenticare che ogni battezzato è chiamato a una specifica testimonianza. Signore Gesù: ogni giorno vediamo una guerra nuova -è vero!- ma non dimenticarti dei tanti e tanti “giusti” per i quali l’umanità merita di essere guarita e salvata… Per questo con forza ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!