10 ottobre – Sesta Domenica dopo il Martirio di san Giovanni il Precursore

Le letture parlano ancora una volta di Dio, della nostra ‘chiamata’, e insieme della nostra testimonianza di vita (le “opere”).

Un Dio che chiama proprio tutti: “Radunatevi e venite, avvicinatevi tutti insieme” (Isaia).  Un Dio che garantisce “giustizia”, ben diversamente dai tanti “idoli di legno” che anche noi seguiamo, idoli che non possono “salvare”.

E, come avviene la “chiamata”? Ce lo spiega il vangelo con la parabola di questo Signore che, per la costruzione di un mondo nuovo, accogliente, pacifico, giusto (la “vigna”), non può fare da solo, ma ha bisogno di “lavoratori”: quelli che ci sono; quelli che trova al momento – all’alba della giornata e della vita, via via sino a sera-; quelli che gli dicono di sìLi prende a servizio e promette loro qualcosa. Alla fine il risultato è però che i primi “mormorano” per la fatica di una intera giornata -o della vita- trascorsa al ‘servizio’ di questo Signore che ha deciso di premiare tutti nello stesso modo… Infatti non stiamo parlando di uno stipendio normato da qualche legge o sindacato, ma nientedimeno che dell’amicizia di Dio: in questa vita e dopo di essa…

San Paolo, lo spiega alla sua comunità – e anche a noi – come sempre in modo chiaro.

Camminare nelle orme di Gesù è possibile solo perché da lui siamo stati “salvati mediante la fede”. Che è dono di Dio” e che non “viene dalle opere” proprio “perché nessuno possa vantarsene”: che è quello che, alla fine, hanno fatto i primi vignaioli, rivendicando un ‘salario’ maggiore degli ultimi.

Come si vede, il Signore alla fine ricompensa tutti, e tuttavia preferisce l’umiltà di chi lavora nella “vigna” consapevole di essere il “servo inutile” di cui parla Luca (17,10,) che riconosce di aver solo “fatto ciò che doveva fare”. E stigmatizza la “invidia” della sua bontà: che ci impedisce di godere in serenità la vicinanza del Signore anche in questa vita e molto più nell’altra.


Lettura del profeta Isaia (45, 20-24a)
Così dice il Signore Dio: «Radunatevi e venite, avvicinatevi tutti insieme, superstiti delle nazioni! Non comprendono quelli che portano un loro idolo di legno e pregano un dio che non può salvare. Raccontate, presentate le prove, consigliatevi pure insieme! Chi ha fatto sentire ciò da molto tempo e chi l’ha raccontato fin da allora? Non sono forse io, il Signore?… Fuori di me non c’è altro dio; un dio giusto e salvatore non c’è all’infuori di me. Volgetevi a me e sarete salvi, voi tutti confini della terra, perché io sono Dio, non ce n’è altri. Lo giuro su me stesso, dalla mia bocca esce la giustizia, una parola che non torna indietro: davanti a me si piegherà ogni ginocchio, per me giurerà ogni lingua. Si dirà: “Solo nel Signore si trovano giustizia e potenza!”».

Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (2, 5c-13)
Fratelli, per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù. Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo. Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani nella carne, chiamati non circoncisi da quelli che si dicono circoncisi perché resi tali nella carne per mano d’uomo, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.

Lettura del Vangelo secondo Matteo (20, 1-16)
Il Signore Gesù disse: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Radunatevi e venite, avvicinatevi tutti insieme.
Signore, la Chiesa sappia accompagnare tutto il tuo popolo sul cammino che le hai messo dinanzi, perché proprio a tutti, senza distinzione, hai offerto il dono della salvezza, in cambio “soltanto” di una risposta alla tua chiamata. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Andate anche voi nella vigna…
Signore, continuamente ci inviti a seguirti, indipendentemente dalla nostra età, situazione personale, condizione sociale, Aiutaci ad andare nella tua “vigna”, con una autentica testimonianza personale e comunitaria. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Pesano su di noi le nostre colpe, ma tu perdoni i nostri delitti.
Signore, spesso le nostre colpe ci fanno sentire indegni del tuo perdono. Aiutaci ad aprire i nostri cuori al tuo amore, per riuscire poi ad avere clemenza verso gli altri. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?
Signore, far parte degli operai della tua vigna è un privilegio che nessuno merita. La grandezza del tuo amore, che doni con gratuità a tutti, ci faccia mettere da parte gelosie e invidie per gioire con quanti sono chiamati a condividere con noi la tua grazia. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!