1 ottobre – Quinta Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

In questa domenica, le letture – in particolare le prime due – sono centrate sul tema “schiavitù” e “libertà”. Da interpretare. Nella prima, siamo al fondamento stesso dell’Alleanza fra Dio e il popolo di Israele: le Tavole della Legge e il loro inizio imperativo. “Ascolta Israele, tu amerai il Signore, con tutto il cuore, l’anima, le forze”, in ogni momento e per sempre. Amerai questo Dio vittorioso che ti ha fatto uscire dalla “schiavitù” in Egitto, e ti ha reso “libero”, offrendoti un luogo dove vivere pienamente libero una fede, tuttavia molto normata dalla Legge.

Paolo imposta ben diversamente le cose. Il tema è sempre la “libertà” dal “peccato”. Ma questa apertura a una fede autentica ci è ‘donata’ dalla incarnazione morte e Risurrezione di Gesù. Potremmo interpretarla così: non ci basta il battesimo (l’equivalente della circoncisione in Paolo) se non è seguito da una fede vissuta ogni giorno nella vita. E, nel vangelo, Gesù spiega bene che ciò che conta è in ogni caso una fede concreta: trova ogni giorno forza dall’amore di Dio, che ci permette di viverla nell’attenzione quotidiana alle persone che incontriamo, ‘liberandoci’ dal peccato di egoismo ed egocentrismo che tocca tutti noi. In questo i due Testamenti sono pienamente concordi.

Sabato sera 30, inizia a Roma in modo solenne l’ultima fase del Sinodo mondiale che aiuterà la nostra Chiesa a meglio incarnarsi in contesti diversi, e a parlare al mondo odierno testimoniando nella vita l’annuncio universale di amore e di fraternità che queste letture da sempre insegnano. Per questo, è necessario accompagnarlo con una preghiera costante: comunitaria e personale. ‘Sinodo’ significa infatti ‘cammino fatto insieme’ in un contesto di vera fraternità, uguaglianza e rispetto reciproco. Che ci riguarda tutti, presbiteri, religiosi, consacrati, laici, uomini, donne, giovani: nella famiglia, nelle case, sul lavoro, nella società e, ancor di più, nella Chiesa.


Lettura del libro del Deuteronomio (6, 4-12)
Mosè disse: «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte. Quando il Signore, tuo Dio, ti avrà fatto entrare nella terra che ai tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti, con città grandi e belle che tu non hai edificato, case piene di ogni bene che tu non hai riempito, cisterne scavate ma non da te, vigne e oliveti che tu non hai piantato, quando avrai mangiato e ti sarai saziato, guardati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile».

Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (5, 1-14)
Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù. Ecco, io, Paolo, vi dico: se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla… Perché in Cristo Gesù non è la circoncisione che vale…ma la fede che si rende operosa per mezzo della carità. Correvate così bene! Chi vi ha tagliato la strada, voi che non obbedite più alla verità? Questa persuasione non viene sicuramente da colui che vi chiama! Un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta. Io sono fiducioso per voi, nel Signore, che non penserete diversamente; ma chi vi turba subirà la condanna, chiunque egli sia… Infatti, sarebbe annullato lo scandalo della croce. Farebbero meglio a farsi mutilare quelli che vi gettano nello scompiglio! Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: «Amerai il tuo prossimo come te stesso».

Lettura del Vangelo secondo Matteo (22, 34-40)
I farisei, avendo udito che il Signore Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».


Preghiera universale per accompagnare la chiusura a Roma del Sinodo Mondiale (1/10/23)

Per la Chiesa, alla vigilia di una nuova tappa nel percorso sinodale, perché la presenza del Vangelo, viva e operante in lei, la renda come la vigna della parabola, luogo vitale in cui tutti gli uomini e le donne in attesa di ritrovare un senso per la vita, trovano posto, parola, respiro di speranza, preghiamo:  Ascoltaci, Signore!

Per i vescovi e tutti i partecipanti all’Assemblea sinodale, perché dall’ascolto dello Spirito Santo, scaturiscano proposte, affinché l’intero Popolo di Dio,  in una dinamica di comunione, possa sentirsi realmente partecipe alla vita della Chiesa ed essere testimonianza viva ed attraente della novità del Vangelo nel mondo, preghiamo: Ascoltaci, Signore!

Per i teologi: un dono di sapienza e rivelazione accompagni il loro contributo ai lavori sinodali, così che il dono della fede possa diventare vita in tutto il popolo di Dio, preghiamo: Ascoltaci, Signore!

Per i giovani, cercatori di verità e testimonianza, concretezza e spiritualità, perché grazie al cammino sinodale possano sentirsi sempre più coinvolti nella vita e nella missione della Chiesa in mezzo alle sfide del mondo di oggi, donando a tanti, con l’entusiasmo della loro età, la speranza che scaturisce dall’incontro con Gesù, preghiamo: Ascoltaci, Signore!

Per noi qui riuniti, in comunione con le comunità cristiane di tutto il mondo: perché gustando la bontà del Signore che a ciascuno viene incontro nel corpo e sangue di Gesù, riceviamo da Lui uno sguardo nuovo sul prossimo e siamo resi testimoni di gratuità nel mondo in cui viviamo, preghiamo: Ascoltaci, Signore!