Domenica dopo domenica, siamo partiti da Mosè per seguire la traccia storica del popolo di Israele: Giosuè, Samuele, per giungere alla fase dei “Re”, quindi Saul: una scelta non felice. E il primo brano di questa domenica parla proprio della sua successione. Ma anche di come Dio non cessi di vegliare sul suo popolo, e anzi lo accompagni indirizzandone le scelte, specie nelle difficoltà. Ma parla anche di ‘come’ Dio ci aiuti nei passaggi più delicati, «perché… l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore». Il successore sarà un ragazzino «fulvo, con begli occhi e bello di aspetto»: Davide.
E Davide è appunto al centro della liturgia di questa domenica: come re, certamente, ma anche come grande figura dalla quale discenderà Gesù. Discenderà? E’ la parola giusta? Il vangelo di Matteo riporta il problema alla presenza, ormai ben nota e carismatica, del Signore. E Gesù, interrogato dai soliti farisei il cui scopo è solo quello di metterlo in difficoltà, cerca di riportarli alla loro stessa tradizione: in modo però critico, facendosi qualche domanda. Senza possibilità di dialogo però…
Lettura del primo libro di Samuele (16, 1-13)
Il Signore disse a Samuele: «Fino a quando piangerai su Saul, mentre io l’ho ripudiato perché non regni su Israele? Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele rispose: «Come posso andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà». Il Signore soggiunse: «Prenderai con te una giovenca e dirai: “Sono venuto per sacrificare al Signore”. Inviterai quindi Iesse al sacrificio… io ti farò conoscere quello che dovrai fare e ungerai per me colui che io ti dirò». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme; gli anziani della città gli vennero incontro trepidanti e gli chiesero: «È pacifica la tua venuta?». Rispose: «È pacifica. Sono venuto per sacrificare al Signore. Santificatevi, poi venite con me al sacrificio». Fece santificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al sacrificio. Quando furono entrati, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore». Iesse chiamò Abinadàb e lo presentò a Samuele, ma questi disse: «Nemmeno costui il Signore ha scelto». Iesse … fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi. Samuele si alzò e andò a Rama.
Seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (2, 8-13)
Carissimo, ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come io annuncio nel mio Vangelo, per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore. Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Questa parola è degna di fede: Se moriamo con lui, con lui anche vivremo; se perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà; se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.
Lettura del Vangelo secondo Matteo (22, 8-13)
Mentre i farisei erano riuniti insieme, il Signore Gesù chiese loro: «Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?». Gli risposero: «Di Davide». Disse loro: «Come mai allora Davide, mosso dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”? Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?». Nessuno era in grado di rispondergli e, da quel giorno, nessuno osò più interrogarlo.
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Questa parola è degna di fede: se moriamo con lui, con lui anche vivremo.
Signore Gesù, stiamo vivendo il Giubileo della speranza voluto da papa Francesco e, in questi difficili tempi, vogliamo essere vicini a papa Leone, perché la voce della Chiesa possa raggiungere i confini del mondo, invitando tutti a parole di confronto, tolleranza, pace. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Non conta quel che vede l’uomo: infatti vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore.
Signore, se come Comunità ci guardiamo in giro nel nostro territorio, vediamo che le cose da fare, e le esigenze da soddisfare sono tante: forse troppe… Aiutaci a non dimenticare però che solo mettendo il cuore nelle nostre azioni potremo renderle conformi a ciò che tu ci chiedi. E per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Sono tutti qui i giovani?
Signore, è una domanda che spesso ci facciamo: e vogliamo pregarti perché il Giubileo appena trascorso possa infondere nei giovani il coraggio di compiere, secondo la tua volontà e sotto la guida dello Spirito, scelte coraggiose per il bene comune. Per questo, con speranza preghiamo…Ascoltaci, Signore!
E’ pacifica la tua venuta?
Signore, le guerre ci sono sempre state, sempre portando dolore, crudeltà, lutti, morte. Oggi vogliamo seguire la raccomandazione del cardinale Zuppi di pregare insieme perché i tanti incontri fra chi tiene le fila del mondo possano essere momenti di consapevolezza dei pericoli di una guerra senza fine, per guardare a paci “giuste e durature.” E per questo con forza ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

