3 agosto – Ottava Domenica dopo Pentecoste

Molto interessanti le letture di questa domenica che, in modo diverso, mettono a confronto la fede con la vita. E quindi con la sua organizzazione: anche ‘politica’. Fin dall’antichità – il libro di Samuele – i due piani sono sempre stati collegati, anche in contesti sociali ben diversi dai nostri. Nella storia del popolo di Israele, ci saranno Mosè e Giosuè. Con Samuele ci si affiderà poi a “giudici”, funzione non direttamente politica. Tuttavia, la gente voleva non un “giudice” bensì un vero ‘capo’ – un “re” – che decidesse per tutti, delegandogli anche la funzione di “giudice”: ormai solo teoricamente sopra le parti. Straordinaria la riflessione messa in bocca a Dio stesso: sarà un vero tiranno in tutti i sensi perché vorrà usare tutto il suo potere a scapito del popolo intero. Lo vediamo ancora oggi, ogni giorno.

Molto interessante anche il comando del Signore a Samuele di rispettare questa errata decisione. Dio non è un mago che si sostituisce a noi: al contrario ci richiama con forza alle nostre responsabilità.

Anche il vangelo, sia pure in modo diverso, arriva più o meno allo stesso punto. Ci sono due ambiti: quello della fede e quello del potere politico. Ed è bene che stiano distinti. Come comportarci, allora? Lo dice san Paolo. Fare il nostro dovere ed essere presenti nella società, stando dalla parte della pace ma anche della ‘correttezza”: e quindi della giustizia. Ed ecco allora le “mani pure” e alzate al cielo…


Lettura del primo libro di Samuele (8, 1-22a)
Quando Samuele fu vecchio, stabilì giudici d’Israele i suoi figli. Il primogenito si chiamava Gioele, il secondogenito Abia; erano giudici a Bersabea. I figli di lui però non camminavano sulle sue orme, perché deviavano dietro il guadagno, accettavano regali e stravolgevano il diritto. Si radunarono allora tutti gli anziani d’Israele e vennero da Samuele a Rama. Gli dissero: «Tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non camminano sulle tue orme. Stabilisci quindi per noi un re che sia nostro giudice, come avviene per tutti i popoli»…Perciò Samuele pregò il Signore. Il Signore disse a Samuele: «Ascolta la voce del popolo, qualunque cosa ti dicano, perché non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io non regni più su di loro… Ascolta pure la loro richiesta, però ammoniscili chiaramente e annuncia loro il diritto del re che regnerà su di loro»…Samuele disse: «Questo sarà il diritto del re che regnerà su di voi: prenderà i vostri figli per destinarli ai suoi carri e ai suoi cavalli, li farà correre davanti al suo cocchio, li farà capi di migliaia e capi di cinquantine, li costringerà ad arare i suoi campi, mietere le sue messi e apprestargli armi per le sue battaglie e attrezzature per i suoi carri. Prenderà anche le vostre figlie per farle sue profumiere e cuoche e fornaie. Prenderà pure i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti più belli e li darà ai suoi ministri. Sulle vostre sementi e sulle vostre vigne prenderà le decime e le darà ai suoi cortigiani e ai suoi ministri. Vi prenderà i servi e le serve, i vostri armenti migliori e i vostri asini e li adopererà nei suoi lavori. Metterà la decima sulle vostre greggi e voi stessi diventerete suoi servi. Allora griderete a causa del re che avrete voluto eleggere, ma il Signore non vi ascolterà». Il popolo rifiutò di ascoltare la voce di Samuele e disse: «No! Ci sia un re su di noi. Saremo anche noi come tutti i popoli; il nostro re ci farà da giudice, uscirà alla nostra testa e combatterà le nostre battaglie»…Il Signore disse a Samuele: «Ascoltali: lascia regnare un re su di loro».

Prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (2, 1-8)
Carissimo, raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non mentisco –, maestro dei pagani nella fede e nella verità. Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza polemiche.

Lettura del Vangelo secondo Matteo (22, 15-22)
I farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo il Signore Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». A queste parole rimasero meravigliati, lo lasciarono e se ne andarono.


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Dio, nostro salvatore…vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità…
Signore Gesù, in un contesto mondiale sempre più difficile, il tuo Spirito aiuti il nostro papa Leone perché la tua Chiesa possa diventare strumento di dialogo e pace a livello politico, sociale, e anche religioso, così che la preghiera di Paolo possa diventare realtà… Te lo chiediamo perché… Sei tu, Signore, la guida del tuo popolo!

Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, a Dio quello che è di Dio.
Signore, per difendere i nostri interessi materiali siamo pronti a mettere nella tua bocca parole e pensieri che sono soltanto nostri. Aiuta la nostra Comunità a ricordare – ancora una volta e oggi più che mai – che solo chi sa essere esempio di onestà e correttezza civile può dirsi davvero tuo ‘figlio’. Per questo ti preghiamo… Sei tu, Signore, la guida del tuo popolo! 

Io sono stato fatto messaggero…
Perché ognuno di noi, come raccomanda S. Paolo, si impegni, attraverso la mediazione di Gesù e dello Spirito Santo, ad avere un dialogo continuo e aperto con il Signore, fatto di “domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti”. Preghiamo perché… Sei tu, Signore, la guida del tuo popolo!

No! Ci sia un re su di noi.
Signore, queste parole – di 3000 anni fa – mostrano che la ‘gente’ ha sempre cercato di semplificarsi la vita delegando le decisioni importanti a chi sa – e soprattutto vuole – comandare. Ma tu, Signore Gesù, ci dici con san Paolo che il bene della società viene da un progetto comune al quale tutti siamo chiamati a collaborare. E perché il tuo Spirito ci guidi in questo difficile cammino preghiamo perché… Sei tu, Signore, la guida del tuo popolo!