Le letture domenicali dalla Pasqua a Pentecoste sono sempre tratte unicamente dal Nuovo Testamento e cercano di connettere morte/risurrezione/avvio della missione alla fondazione delle prime comunità cristiane. Lo scopo: far riflettere anche noi oggi sul nostro personale e comunitario compito ‘missionario’.
Nel vangelo, Gesù stesso racconta ancora una volta la grande difficoltà di far comprendere il significato della sua presenza. Gli altri due testi riguardano entrambi la figura di Paolo che, nella lettera ai Romani, si rivolge alle comunità ebraiche locali -cui erano note la figura del Cristo come l’attività missionaria di Paolo- per promettere una sua visita, ma raccontando contemporaneamente la fatica di essere “servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio” proprio a tutti: “greci e barbari, sapienti e ignoranti”.
In Atti – la prima ‘storia’ cristiana – Paolo è a Roma, e narra le vicende che l’hanno portato lì, fra libertà e condanna. Siamo alla fine della sua esistenza e nelle sue parole traspare la resistenza delle comunità ebraiche, ma -di conseguenza e suggerita dallo Spirito- la scelta di un annuncio aperto davvero a tutti.
Lettura degli Atti degli Apostoli (28, 16-28)
Arrivati a Roma, fu concesso a Paolo di abitare per conto suo con un soldato di guardia. Dopo tre giorni, egli fece chiamare i notabili dei Giudei e disse loro: «Fratelli, senza aver fatto nulla contro il mio popolo o contro le usanze dei padri, sono stato arrestato a Gerusalemme e consegnato nelle mani dei Romani. Questi, dopo avermi interrogato, volevano rimettermi in libertà, non avendo trovato in me alcuna colpa degna di morte. Ma poiché i Giudei si opponevano, sono stato costretto ad appellarmi a Cesare, senza intendere, con questo, muovere accuse contro la mia gente. Ecco perché vi ho chiamati: per vedervi e parlarvi, poiché è a causa della speranza d’Israele che io sono legato da questa catena ». Essi gli risposero: «Noi non abbiamo ricevuto alcuna lettera sul tuo conto dalla Giudea né alcuno dei fratelli è venuto a riferire o a parlar male di te. Ci sembra bene tuttavia ascoltare da te quello che pensi: di questa setta infatti sappiamo che ovunque essa trova opposizione». E… molti vennero da lui, nel suo alloggio. Dal mattino alla sera egli esponeva loro il regno di Dio, dando testimonianza, e cercava di convincerli riguardo a Gesù, partendo dalla legge di Mosè e dai Profeti… Essendo in disaccordo fra di loro…mentre Paolo diceva quest’unica parola: «Ha detto bene lo Spirito Santo, per mezzo del profeta Isaia, ai vostri padri: “Va’ da questo popolo e di’: Udrete, sì, ma non comprenderete; guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché… io li guarisca!”. Sia dunque noto a voi che questa salvezza di Dio fu inviata alle nazioni, ed esse ascolteranno!».
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (1, 1-16b)
Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio… a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo! Anzitutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi, perché della vostra fede si parla nel mondo intero. Mi è testimone Dio, al quale rendo culto nel mio spirito annunciando il vangelo del Figlio suo… che, in qualche modo, un giorno, per volontà di Dio, io abbia l’opportunità di venire da voi. Desidero infatti ardentemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale, perché ne siate fortificati, o meglio, per essere in mezzo a voi confortato mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io. Non voglio che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono proposto di venire fino a voi…per raccogliere qualche frutto anche tra voi, come tra le altre nazioni. Sono in debito verso i Greci come verso i barbari, verso i sapienti come verso gli ignoranti: sono quindi pronto, per quanto sta in me, ad annunciare il Vangelo anche a voi che siete a Roma. Io infatti non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede.
Lettura del Vangelo secondo Giovanni (8, 12-19)
Il Signore Gesù parlò agli scribi e ai farisei e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Io sono la luce del mondo, chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.
Signore, martedì 7 inizia il Conclave per eleggere il nuovo Papa. Tu che sei la luce del mondo illumina i cuori e le menti dei cardinali affinché il nuovo pastore possa essere segno di speranza e di unità per tutti i cristiani, e perché la tua Chiesa continui a illuminare il mondo con la luce del Vangelo. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Egli esponeva loro il regno di Dio, dando testimonianza.
Signore, come Paolo, anche la nostra Comunità si senta chiamata ad essere una Comunità apostolica, strumento dello Spirito per annunciare la tua Parola: proponendola -e soprattutto testimoniandola- a chiunque senta dentro di sé il desiderio di giustizia e misericordia. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Io non mi vergogno del Vangelo…
Gesù, come i discepoli, rendici testimoni del Vangelo per diffondere in tutti la speranza del tuo Regno. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Il cuore di questo popolo è diventato insensibile, perché… io li guarisca.
Signore, troppi sembrano voler mandare il mondo in rovina per la loro sete di potere e ricchezza. Davanti a tanti disastri, c’è però anche chi cerca di cambiare il male in bene attraverso la carità. Sostienili perché il loro esempio possa riportare la fratellanza nei cuori e nei gesti. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!