2 gennaio – Domenica dopo l’Ottava del Natale

Tre letture, e in tutte soffia forte lo Spirito, sino dalla Creazione, ricordata in modo lirico nel Siracide. Ed ecco questo ‘soffio’ di Dio – la Sapienza – che è presente sulla terra appena formata, che la pervade nel cielo e negli abissi, e che cerca “un luogo di riposo, qualcuno nel cui territorio” poter “piantare la tenda”. Ed ecco la scelta di Giacobbe e di Sion: “l’eredita” di Dio stesso…

Ma la storia umana, e anche quella del popolo di Israele, è andata per altre strade…

Il vangelo riparte proprio da lì: Gesù cerca in Isaia le parole con le quali ‘uscire allo scoperto’ e presentarsi pubblicamente come colui al quale Dio ha dato il compito di “portare…il lieto annuncio” di un “anno di grazia” per i prigionieri, ciechi, oppressi di ogni tempo e luogo. Ecco dunque il compimento della Scrittura.

San Paolo, che parla, come sempre, alla sua comunità -e oggi a noi-, traduce tutto ciò in modo sintetico ma anche molto significativo: l’incarnazione, morte e risurrezione del Figlio significa che i credenti ora possono vivere “secondo lo Spirito”. Questo è oggi il messaggio per tutti noi.


Letture dal sito della Diocesi: chiesadimilano.it/?p=488833

Lettura del libro del Siracide (24, 1-12)
La sapienza fa il proprio elogio, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria: «Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo e come nube ho ricoperto la terra. Io ho posto la mia dimora lassù, il mio trono era su una colonna di nubi. Ho percorso da sola il giro del cielo, ho passeggiato nelle profondità degli abissi. Sulle onde del mare e su tutta la terra, su ogni popolo e nazione ho preso dominio. Fra tutti questi ho cercato un luogo di riposo, qualcuno nel cui territorio potessi risiedere. Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele”. Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno. Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion. Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità».

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8, 3b-9a)
Fratelli, Dio, mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito. Quelli infatti che vivono secondo la carne, tendono verso ciò che è carnale; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, tendono verso ciò che è spirituale. Ora, la carne tende alla morte, mentre lo Spirito tende alla vita e alla pace. Ciò a cui tende la carne è contrario a Dio, perché non si sottomette alla legge di Dio, e neanche lo potrebbe. Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi.

Lettura del Vangelo secondo Luca (4, 14-22)
Il Signore Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Lo Spirito del Signore mi ha mandato a portare il lieto annuncio. 
Signore, nel tempo in cui l’indifferenza e la paura ci impediscono di aprire il cuore, la Chiesa, con l’aiuto dello Spirito, faccia risuonare forti le parole di Gesù perché, guardando a lui, impariamo ad amare Dio nei fratelli, soprattutto quelli più deboli. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Oggi si è compiuta questa Scrittura, che voi avete ascoltato.
Signore, aiuta la nostra Comunità ad essere aperta e attenta alla tua Parola, per accoglierci e sostenerci reciprocamente nel compito di una conversione che faccia di noi dei testimoni credibili… Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Lo Spirito tende alla vita e alla pace.
La ‘logica’ dell’egoismo e del piacere affascina il mondo, dice Paolo, ma noi sappiamo bene che, in Gesù, lo Spirito ora abita in noi. Perché possiamo sentire forte la sua presenza e la sua guida, ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

La sapienza fa il proprio elogio, in mezzo al popolo proclama la sua gloria.
Signore, tutti i potenti della terra, messa da parte ogni forma di orgoglio e di superbia, sentano, con onestà intellettuale e sapienza del cuore, la responsabilità di mettersi concretamente in ascolto della disperata richiesta di giustizia e di pace che sale da ogni angolo del mondo.  Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!